La consorte di lui facil conquisto.
Misero! e qual di senno opra o di braccio
Far ti poteva a quella donna accetto, 70Che l'inconcusso talamo al ramingo
Marito custodía vigile, e sempre,
S’anco morto il sapea, pianto l’avrebbe,
Caste frodi tramando a cui voglioso
Era e pur tanto del suo core indegno? 75A te, fuor che di balli e di furtivi
Mescolamenti, non accese mai
Nobile ardor questo femmineo petto
Ch’or non palpita più; fuor che d’alterno
Mutar di gozzoviglie, a te più saldo 80Pensier mai non picchiò qui dentro a questa
Breve fronte di marmo, a cui sì pura
Forma, certo per gioco, un dio concesse.
Bello non era il figlio mio? Ma forte
Era del pari e alle fatiche avvezzo; 85In poc’ora ei perì, ma su l’onesto
Lavoro la ferrigna Ate il percosse.
Te in ozj turpi un dio prostrò; cadesti
A par d’infruttuoso arbore, in cui
Vibra fischiando il contadin la scure: 90Poco esso dura a’ colpi aspri, chè vuoto,
Ancor che liscia ha la corteccia, è tutto,
E con vano fragor cade, allietando