15La schietta onda, che fuor dell’inclinate
Bocche sonando prorompea, sollecite
Nel sanguinoso guazzo altre si diedero
Le scope irsute ad agitar, non senza
Serrar fra l’anche le ondeggianti vesti; 20Altre, menando le assetate spugne
Con volubile braccio, ebbero in breve
Nitida fatta la marmorea sala.
Dal mucchio degli uccisi ultimo venne
Antinoo tratto, il più giocondo fiore 25Dell’itacense gioventù: vincea
Tutti in bellezza ed in burbanza, e prima
L’avea d’ogn’altro il fatal arco vinto.
Fuori il trasser nell’atrio, e solo in parte
L'adagiarono contro ad un pilastro 30Presso la porta, su d’un bronzeo scanno,
Sì che spirar parea: volean con questo
Maligno gioco saettar la mente
De le ancelle, però che le proterve
Della specie di lui tutte eran prese. 35Ed a’ bei dì sel disputavan. Bianco,
Non deformato dalla morte ancora,
Come di tuberosa, era il suo volto;
E quai grappi di nera uva, alla prona
Fronte e alle gravi palpebre un’azzurra 40Ombra irrigavan le scomposte ciocche.