Urli indarno; in qual sia loco
S’apre un regno al pensier mio;
Serve a me la terra e il foco,
16L’aria e l’acqua, il tempo e Dio.
Ecco, pullula d’aspetti
Mostruosi il mare: io tendo
L’arco, e sfolgoro d’eletti
20Dardi il core al vulgo orrendo.
Fra cozzanti isole al polo
Salta il mare infellonito;
Ma quiete a un tocco solo
24Del mio pollice erudito
Stan le intente isole; chiara
L’onda ammuta e il dorso porge,
Mentre all’aria, che si schiara,
28L’inno mio placido sorge.
Che vuoi tu, splendida immago
Che fra cielo e mar sorridi?
De’ tuoi baci io non son vago,
32Chè ben so che baci e uccidi.