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230 | Il passaggio dell’Imperatore |
Un sorriso ineffabile sorrise.
Mi scevrai dalla turba, e del tranquillo
69Borgo ripresi volentier la via.
Fresco odorava aprile; in su’ boscosi
Greppi rosea sfioría l’ultima luce,
72E, come filo d’arrotata falce,
Nell’azzurro lucea la nova luna.
Vaghe dintorno a me ne la quieta
75Ombra sfumavan le sembianze; tutto
S’immergea nel silenzio ampio; smarrito
Veleggiava il pensier, mentre lontano
78Della rombante vaporiera il grido
Lamentevole all’aria si perdea.