Gli lustravano gli occhi, ed uno sguardo 42Vago, lento movea, come se tutto
Fosse il popolo e il mondo a lui straniero.
Tale in chiesa vid’io rizzarsi a mezza 45Bara fra neri drappi un infelice,
Cui la pietà del frettoloso erede
Avea prima dell’ora a Dio spedito, 48Fisar vitreo lo sguardo in fra gli accesi
Ceri e i becchini, e balbettar parole
Incomprese: fuggía l’inorridita 51Ciurma, e urlando ammontavasi alle porte
Incapaci a tal gregge; anch’esso il prete
Volse il tergo. all’altar, non so che strani 54Segni all’aria trinciando. Il redivivo
Boccheggiante ricadde, e non gli spiacque.
Credo, il ritorno a la quiete immensa. 57Pari in tutto a costui mi parve allora
Quest’infelice imperator, che in tanta
Pompa, fra tanti plausi (ei che già mezzo 60Nella tomba del padre era disceso)
S’avviava a salir sul più temuto
Trono d’Europa. Si riscosse un tratto, 63Quando iterato da la folla il nome
Di Sadova echeggiò; volse sgomento
Lo sguardo, quasi a ricercar sè stesso, 66E portando la man lenta al cappello,