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228 Il passaggio dell’Imperatore

     15L’infermo imperator? Tutto alla nuova
     Del suo venir si riversò il villaggio
     Nella città ch’ei traversar dovea,
     18Ed io con gli altri. Non vulgar talento
     Di festeggiare il novo eletto o bieca
     Brama di contemplar la sua disfatta
     21Sembianza mi traea, ma un sentimento
     Indefinito, non saprei, che forse
     Troppo lontan dalla pietà non era.
     24Al sindaco mi strinsi: egli dovea
     Complimentarlo; e il poveretto al solo
     Pensier, ch’egli, egli proprio era sul punto
     27D’appresentarsi ad un sovran sì grande,
     Sudava sangue come Cristo all’orto.
     Non inutil gli fui: col bronzeo petto
     30Spezzai la folla, e tra gli evviva e gl’inni,
     Che assordavano il cielo, a pochi passi
     Dal carrozzone imperial giungemmo.
     33L’imperatore si tenea diritto
     Militarmente a lo sportel; non era
     Pallido in volto ma cinereo; quasi
     36Lama di piombo s’affilava il naso;
     E la barba, che prima era sì molle,
     Arida irrigidía quale radici
     39Di morta pianta. Simili a faville
     Tra l’ammucchiate ceneri d’un veggio