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216 L’Empedocle

     Illacrimato sorgerà, non gli alti
     120Regni del sole a spaziar, ma in sozzo
     Corpo di bruto ad abitar dannato,
     Gli strazj patirà che il dente ingordo
     Del vulgo e il crudo pueril talento
     Ai bruti inermi spensierato infligge.
     125Parimenti colui che per abjetta
     Smania di lucro o per litigj i sacri
     Boschi col ferro e con la fiamma insulta,
     O ameni arbusti e frondi ombrose e fiori,
     Ridenti occhi dei prati, in empia guisa
     130Scerpa, sparge, conculca, infruttuosa
     Rivivrà pianta in selva, e da villana
     Mano all’acre stagion sterpata e guasta,
     Nutrirà di sue membra palpitanti
     Plebee fornaci e signorili alari.
135Ma chi la legge della vita e i dritti
     Delle specie rispetta, ordine e stato
     Non solo in meglio cangerà, ma forma
     Vieppiù leggiadra a più bei sensi adatta
     E più pura sostanza e in più capace
     140Mente idee sovrumane avrà in retaggio,
     Finchè di sfera in sfera indi sorgendo,
     Giungerà là dove ignoranza e morte
     E vecchiezza e dolor son mostri ignoti.
     Questo, questo sol un (così le vostre