In tra le corde dell’eterea cetra,
E ne renda, ahi sì spesso, il suon discorde, 95Filo alcuno ei ne frange. Oh sciagurato
Chi la fugace dissonanza accoglie
Nella torbida mente, e dell’altrui
Vita, qual ch’essa sia, la legge invade!
L’armonia turba un tratto, ed orgoglioso 100Gavazza; ma su lei Nemesi piomba,
E sotto al piede adamantino il preme.
Nè chi dell’uom soltanto usurpa il dritto,
Ovvia ha l’ira del ciel; ma chi per bieca
Fede, a onor d’insensati idoli, bagna 105Di ferin sangue i vaporati altari,
E chi non da bisogno orrido astretto.
Ma per fiero costume insegue a morte
Le innocue razze, o sia che di vellute
Pelli o d’agili piume o di squammose 110Scaglie protette, in prato, in bosco, in onda
Traggan la vita ignara, alle sue case
Non isperi benigna Iside mai,
Non a sè, non a’ suoi, però che in cura
Sono a lei tutte le viventi cose, 115Nè patisce che impune un uom mortale
Lutti rechi ed esizio a cui gioconde
Nozze e libera pace ella concesse.
Lacrimabil Fenice egli dal rogo