Così, di forma in forma infatigato
Peregrinando, all’uman grado ascesi,
Non ultimo per fermo; e guida e legge
M’era un cieco voler, che per gl’immani 45Spazj diversamente il tutto incalza:
Voler cieco da pria, che a mano a mano
Si disvela a sè stesso, e ne’ profondi
Organi si raccoglie e si ripete,
Quale in mar fortunoso occhio di stella 50Or sì or no dove si spiana il flutto.
Indi gli antri, indi i laghi ebber le tracce
De’ miei dolori e dell’industrie mie;
Indi al fragore di selvagge caccie,
Onde già primamente inorridîro 55Di vivo sangue le foreste (ed ahi,
Sangue solo di belve esso non era!)
Il martellar metallico successe
Per le montagne investigate e il lampo
Delle falci tra’ solchi al sole aperti 60E il baccar ebbro tra ’l fervido mosto,
Dator d’oblio caro ai mortali. Un suono
D’ingegnose fatiche e d’innocenti
Sollazzi, indicio di men fiero stato,
Corse pe’ campi arati, e nel gran core 65Della Terra una gioja alta sorrise.
Per murate castella e popolose