Pagina:Opere di Mario Rapisardi 5.djvu/211








Ben che umano l’aspetto e non diverso
     Dall’umana progenie abbia il costume,
     E veramente come ogn’altro io cibi
     Della terra le frutta, e la digesta
     5Dape alla gleba, che sen giova, io renda,
     Pur tra voi, piccioletti uomini, esente
     Di morte e mai non generato io vivo:
     Chè tal davvero io son, quando nè stilla
     Di genitale umore, il desioso
     10Germe nel femminil solco intridendo,
     Mi dispose al natal, nè con languenti
     Palpebre mai la fuggitiva luce
     Invocherò. Me (così muti in meglio
     Questa di colpe e di dolor nutrita