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194 | Le Odi di Orazio |
XV.
Me, che battaglie volea descrivere
E città vinte, riprese Apolline
Con la lira, perchè al Tirreno
4La tenue vela non dèssi. Il tuo
Secolo a’ campi ridiede, o Cesare,
Le pingui messi; tolte agli stipiti
Superbi de’ Parti, le insegne
8Al nostro Giove rese; di guerre
Vacuo di Giano Quirino il tempio
Chiuse; all’errante Licenza un termine
Impose e un fren giusto; le Colpe
12Discacciò; richiamò le vetuste
Arti, onde il nome latino e l’itala
Virtù e la fama crebbe, e la gloria
Dell’Imperio agli orti del sole
16E agli esperici letti si sparse.