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Libro primo, Ode V. | 19 |
Picchia con egual piede la pallida Morte a’ tuguri
E alle torri de’ re, Sestio beato.
Della vita la breve somma a noi lunga speme contende:
16Già te preme la notte e i favolosi
Mani e la tenue casa di Plutone, ov’entrato, nè i regni
Del vin co’ dadi sortirai, nè il molle
Licida mirerai, ch’or di sè tutti i giovani infiamma
20E le fanciulle scalderà fra poco.
V.
Qual giovin tenero tra fiori rosei
Sparso di liquidi profumi stringeti
In caro speco, o Pirra?
4Per chi ’l crin biondo pettini,
Pulita e semplice? Ah! quanto piangere
Dee la fè varia, gli Dei mutevoli,
E mirar non avvezzo
8L’onde aspre a’ venti infausti