Il nido fabbrica Progne la misera,
Gemendo flebile Iti, al Cecròpide
Eterno obbrobrio, che mal le barbare
8Punì regie libidini.
Su l’erbe tenere i pastor’guardano
Le pingui greggie; co’ canti e i flauti
Il dio dilettano ch’ama le pecore
12E i neri colli arcadici.
I dì, o Virgilio, la sete addussero;
Ma se da Calibi calcato Libero
Tu amico a nobili garzon’vuoi bevere,
16Il vin col nardo merita.
Di nardo un piccolo fiaschetto un’anfora,
Che alle sulpicie cantine or giacesi,
Caverà prodiga di spemi e valida
20L’amare noje a sperdere.
Se di ta’ gaudj ti preme, celere
Vieni a comprarteli: non io de’ calici
Miei voglio imbeverti senza ricambio,
24Qual ricco in casa splendida.