Onde il crin cinta brillerai; d’argento
Ride la casa; di caste verbene
Attorta è l’ara, e d’immolato agnello
8Tingersi brama.
Già molte mani affrettansi; qua e là
Correndo vanno le ancelle e i garzoni;
Treman le fiamme rivolvendo in alto
12Torbido fumo.
Ma perchè sappi a quali gaudj sei
Chiamata, gl’idi festeggiar tu devi
Che alla marina Venere d’aprile
16Partono il mese:
Dì giustamente a me solenne e quasi
Più santo ancor del mio natal, che il mio
Mecena da tal giorno ordina appunto
20Gli anni affluenti.
Ricca e non del tuo grado una fanciulla
Telefo, il giovin che tu brami, ha vinto;
E lascivetta fra ceppi graditi
24Stretto sel tiene.