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180 | Le Odi di Orazio |
Però che nè Diana dalle tenebre inferme il pudico
Ippolito ritoglie.
Nè i vincoli di Lete può spezzare di Teseo la forza
28Al caro Piritòo.
VIII.
Donerei pàtere ben di lieto animo,
Marzio, e gradevoli bronzi a’ miei sozj,
Donerei tripodi, premio di strenui
4Graj, nè sarebbero tuoi doni i pessimi,
Se me arricchissero l’arti, che a splendido
Grado levarono Scopa e Parrasio,
Nei marmi egregio l’un, l’altro in liquidi
8Colori a fingere or Numi or uomini.
Ma non delizie tali a me abbondano,
Nè i tetti e l’animo tuo ne bisognano:
Versi a te piacciono, e versi porgere
12Io posso e il merito del dono esprimerti.