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176 | Le Odi di Orazio |
«Porgi, o buon principe, lunghi ozj a Esperia!»
Con secche fauci diremo al nascere
Del giorno, ed uvidi diremo al volgere
40Del sole entro all’oceano.
VI.
Dio, cui la prole niobea linguarda
Vindice seppe e Tizio rapitore
E, vincitor già già dell’ardua Troja,
4Lo ftiaco Achille
Maggior d’ogni altro, a te guerrier non pari,
Ancor che figlio alla marina Teti
Con l’orrenda asta le dardanie rocche
8Scotesse in guerra.
Ei, qual pino da ferro acre colpito,
O qual cipresso cui travolga il vento,
Stramazzò grande e nella teucra pose
12Polvere il collo.