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Libro terzo, Ode XXI. |
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Già i bovi al pascolo securi vagano;
Cerere e provvida Faustità nutrono
Le spiche; il nauta vola al mar placido;
20Teme la Fede il biasimo;
Non più contamina lo Stupro i talami;
Leggi ed esempj rie colpe domano;
Di prole simile la madre lodasi;
24Segue la Pena al Crimine.
Chi più la Partia teme, chi l’algida
Scizia, chi l’ispide proli germaniche,
Se salvo è Cesare? Chi cura i bellici
28Fatti dell’aspra Iberia?
Ciascun ne’ proprj colli il dì termina,
Stende alle vedove arbori i pampini,
Poi dio te nomina lieto fra’ calici
32Della seconda tavola.
Te con preci ampie, te con vinìflue
Pàtere celebra, te mesce a’ provvidi
Lari: commemora così la Grecia
36Il grande Ercole e Castore.