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Libro terzo, Ode XXI. 175


Già i bovi al pascolo securi vagano;
    Cerere e provvida Faustità nutrono
    Le spiche; il nauta vola al mar placido;
        20Teme la Fede il biasimo;

Non più contamina lo Stupro i talami;
    Leggi ed esempj rie colpe domano;
    Di prole simile la madre lodasi;
        24Segue la Pena al Crimine.

Chi più la Partia teme, chi l’algida
    Scizia, chi l’ispide proli germaniche,
    Se salvo è Cesare? Chi cura i bellici
        28Fatti dell’aspra Iberia?

Ciascun ne’ proprj colli il dì termina,
    Stende alle vedove arbori i pampini,
    Poi dio te nomina lieto fra’ calici
        32Della seconda tavola.

Te con preci ampie, te con vinìflue
    Pàtere celebra, te mesce a’ provvidi
    Lari: commemora così la Grecia
        36Il grande Ercole e Castore.