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174 | Le Odi di Orazio |
V.
Prole di fausti Dei, custode ottimo
Della romulea gente, è lunghissima
L’assenza; riedere tosto al concilio
4Santo hai promesso: affrèttati.
Rendi alla Patria la luce, o principe
Benigno: al popolo se mostri il fulgido
Volto, più amabile va il dì; il Sol nitido
8Come ad aprile accendesi.
Qual madre il giovane, cui soffio d’invido
Noto oltre i càrpati ondosi pelaghi
Per più d’un annuo spazio dal placido
12Tetto lontano indugia.
Con voti e augurj chiama e con suppliche,
Nè può la faccia dal lido smuovere;
Tal fida e fervida di desiderio
16La patria invoca Cesare.