Degno pur sempre d’apollineo serto,
Sia che in audaci ditirambi nuove
Parole evolva e d’ogni legge sciolti
12Numeri inventi,
O sia che i Numi e i re sangue di Numi
Egli canti, per cui cadder di giusta
Ira i Centauri, e dell’irta Chimera
16Cadde la fiamma;
O color cui l’elèa palma raddusse
Celesti al tetto, e il pugile e il corsiero
Dica, e miglior di cento statue i suoi
20Doni dispensi;
O che alla sposa flebile il rapito
Giovine pianga, e le virtù, l’ingegno,
Gli aurei costumi inalzi agli astri e al nero
24Orco rapisca.
Molta il cigno dircèo aura solleva,
O Antonio, sempre che agli eccelsi lochi
Delle nubi egli tenda. Io, come suole
28Ape matina,