Preme in nebbiosa notte un dio provvido
Dell’avvenire gli eventi, e ridesi
Del mortale che si travaglia
32Oltre il giusto. Con animo eguale
Prender tu pensa l’istante: volgesi
Il resto, al fiume pari, ch’or placido
Nel mezzo dell’alveo all’etrusco
36Mar decorre, ora massi corrosi
E greggi, case, sdradicate arbori
Volve ammucchiando, non senza strepito
Dei monti e del bosco vicino,
40Quando i cheti torrenti la piena
Selvaggia aízza. Quei di sè arbitro
E lieto passa, cui dire è lecito
Ciascun giorno: Io vissi; domani
44D’atra nube o di Sol chiaro il Padre
Occupi il polo, non fia che annullisi
Quanto è già dietro, o che non abbia
Effetto o distruggasi quanto
48L’ora alata una volta ne addusse.