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158 Le Odi di Orazio


Preme in nebbiosa notte un dio provvido
    Dell’avvenire gli eventi, e ridesi
        Del mortale che si travaglia
        32Oltre il giusto. Con animo eguale

Prender tu pensa l’istante: volgesi
    Il resto, al fiume pari, ch’or placido
        Nel mezzo dell’alveo all’etrusco
        36Mar decorre, ora massi corrosi

E greggi, case, sdradicate arbori
    Volve ammucchiando, non senza strepito
        Dei monti e del bosco vicino,
        40Quando i cheti torrenti la piena

Selvaggia aízza. Quei di sè arbitro
    E lieto passa, cui dire è lecito
        Ciascun giorno: Io vissi; domani
        44D’atra nube o di Sol chiaro il Padre

Occupi il polo, non fia che annullisi
    Quanto è già dietro, o che non abbia
        Effetto o distruggasi quanto
        48L’ora alata una volta ne addusse.