Pria che ritorni a le paludi immote
L’augel foriero d’imminenti piogge,
L’augure corvo ecciterò co’ voti
12Dall’oriente.
Fortunata sii tu, dove che vogli,
E memore di me, Galatea, vivi;
Nè pica avversa, nè cornacchia errante
16L’andar ti vieti!
Pur vedi come in gran tumulto ondeggi
Oríon prono. Io quanto atroce sia
L’adriaco seno, il seppi, e come inganni
20Japige amico.
Sentan le donne de’ nemici e i figli
D’austro sorgente i fieri urti e il fragore
De’ tenebrosi fiotti, al cui flagello
24Treman le rive.
Tale affidava Europa il niveo lato
All’ingannevol toro; e in tra le frodi
E il mar, di belve pullulante, bianca
28Si fea l’audace.