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150 | Le Odi di Orazio |
Così da’ gioghi edonj
Riguarda un’Evia l’Ebro e la Tracia
Bianca di neve e il Rodope
12Scorso da barbaro piè, com’io vacue
Foreste e rive impervie
Sol mirar piacciomi. O re di Najadi
E di Baccanti, validi
16Col pugno a volgere gli alteri frassini,
Nulla io dirò di esiguo.
Di mortal, d’umile. Dolce è il pericolo
Seguendo il dio che cingesi,
20Leneo, le tempie di verde pampano.
XXVI.
Alle battaglie già vissi idoneo,
E militai non senza gloria;
Or finita la guerra, l’armi
4E la cetra avrà quella parete,