Una, fra tante, de la nuzíale
Fiaccola degna, fu splendidamente
Mendace al padre rio, vergin per ogni
36Secolo illustre,
Che «Sorgi, disse al giovane marito,
Sorgi, chè il sonno eterno, onde non temi,
Non ti sia dato; al suocero, alle ree
40Sorelle sfuggi,
Che a lionesse simili i gheriniti
Vitelli, ahi, fanno a brani; io, meno forte
D’esse, nè te ferir, nè tra serrami
44Tenerti ho core.
Me di catene atroci il padre opprima,
Se fui benigna al mio povero sposo;
Me dei Numidi a’ campi ultimi in cupa
48Nave bandisca.
Va dove il piede e l’aura ti sospinga,
Or che propizia è Venere e la notte;
Va in fausto auspicio, e al mio sasso un compianto
52Memore incidi.»