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Libro terzo, Ode VII. |
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Di Peleo parlagli già già nel Tartaro
Mentre da Ippolita magnesia ingenuo
Fugge; e muove il mendace
20Storie che falli insegnano.
Ma invan: ch’egli, íntegro finora, ascoltalo
Di scoglio icario più sordo. Guárdati
Ben tu, che non ti aggradi
24Troppo il vicino Enípeo:
Benchè non vedasi chi del par sappia
Cavalli volgere sul’erba marzia,
Nè chi nel tosco fiume
28Nuoti egualmente celere.
Non prima scendano l’ombre, tu sérrati
In casa, e al querulo canto del flauto
Non guardar giù, ma resta
32Dura a chi dura appéllati.