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Libro terzo, Ode IV. | 113 |
Com’io, dagli orsi, dall’atre vipere
Securo il corpo, dormissi, e il lauro
Sacro e il dato mirto premessi
20Caro a’ Numi animoso fanciullo.
Vostro, o Camene, son vostro, o agli ardui
Sabini io salga, o che la frigida
Preneste o che Tivoli aprica
24O la limpida Baja mi piaccia.
Me fido a’ vostri fonti, a’ tripudj,
Non di Filippi spense l’esercito
In rotta, non l’arbore orrenda,
28Non al siculo mar Palinuro.
Quando che meco voi siate, io nauta
Volenteroso l’insano Bosforo
Affronto, io le sabbie cocenti
32Delle spiagge d’Assiria percorro;
Vedo i Britanni feroci agli ospiti
E d’equin sangue briaco il Còncano;
Incolume vedo i Geloni
36Faretrati e lo scitico fiume.
8.—Rapisardi, Opere. Vol. V.