|
Libro terzo, Ode III. |
109 |
Quando agli accolti numi gradevole
Parlò Giunone: «Ilio, Ilio in polvere
Un giudice impuro, fatale
20E straniera una femina volse,
Dal dì che Laomedonte il premio
Promesso a’ Numi fallì, col popolo
E col duce sleale da me
24E da Pallade casta dannato.
Già non più della spartana adultera
L’ospite infame splende; di Priamo
La casa spergiura non frange
28Per man d’Ettore i Greci agguerriti;
E, da nostre ire protratta, acquetasi
La guerra. Tosto le nimicizie
Gravose e il nipote malvisto,
32Cui produsse l’iliaca Vestale,
Perdòno a Marte: lui nelle lucide
Sedi venirne, bever del nèttare
I succhi ed ascriversi al ceto
36Impassibil dei numi io consento.