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192 dialoghi delle cortigiane.

dron di barca, e Melisso che è giovane come te, ed ora gli è morto il padre, ed è padrone assoluto di tutto il suo: ma per me il mio Faone se’ stato tu, non ho guardato nessun altro, non sono stata che con te: perchè, sciocca a me, io credeva veri i giuramenti tuoi, e mi ti son mantenuta come una Penelope, benchè la mamma mi sgridasse, e le amiche me ne garrissero. E tu come ti sei accorto che io sono una pasta nelle mani tue, e di me fai quello che vuoi, ora scherzi con Licena innanzi agli occhi miei per farmi dispetto, ed ora mentre ti giaci con me lodi Magina la sonatrice. I’ n’ho pianto per questo, e pure benchè insultata son sempre pronta alle tue voglie. E giorni sono, quando beveste insieme tu, Trasone e Difilo, ci erano ancora Cimbalina la zufolatrice, e Pirallide la nemica mia; e tu lo sapevi. I’ non mi curai tanto che tu desti cinque baci alla Cimbalina, perchè offendesti te stesso a baciar colei: quanto che tu facevi tanti segni a Pirallide, e bevendo le accennavi il bicchiero, e poi dando il bicchiero al servo, gli dicevi: Mescivi solamente per Pirallide quando chiede bere e a nessun altro. Infine desti un morso ad una mela, e quando vedesti Difilo intento a parlar con Trasone, la lanciasti diritto in seno a lei, senza nemmeno cercare di non farti veder da me. Ella la baciò, e se la mise in mezzo alle mammelle sotto la pettiera. Or questo tu perchè me lo fai? T’ho dato mai un minimo dispiacere? t’ho fatta una minima offesa mai? chi altro ho guardato? non vivo solo per te? Non fai una bella cosa, o Lisia, ad affliggere così una povera donna che è pazza per te: e c’è una dea Nemesi, che le guarda queste cose. Ma tu ti affliggerai forse quando saprai ch’io son morta, che mi sono impiccata ad un laccio, o gettata nel pozzo, o morta in qualche altro modo, per levarti questa noia dinanzi agli occhi. Oh, allora sarai contento che avrai fatta questa gran prodezza. Ma perchè mi sguardi bieco, e arroti i denti? Se t’ho mancato in qualche cosa, parla: qui c’è Pitia, che ci giudicherà. Ma che? Non mi rispondi, e te ne vai, e mi lasci? Vedi, o Pitia, che mi fa Lisia?

Pitia. Che crudele! Non muoversi a queste lagrime. È sasso, non uomo, costui. Ma a dirti il vero, tu stessa, o Violetta, l’hai guasto col volergli tanto bene, ed a mostrarglielo. Dovevi non