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dialoghi delle cortigiane. | 187 |
scudati, amante di Vegliantina quando credeva che ella avesse un cuore.
Filostrato. Ma ora, o Condottiero, Vegliantina è mia, e s’ha preso un talento, e ne avrà un altro dopo che avrem venduto il carico. Vieni meco, o Vegliantina, e mandalo fra i Traci questo capitano.
Cavretta. Oh, ella è libera, e verrà se le piacerà.
Vegliantina. Che farò, o Cavretta?
Cavretta. È meglio entrartene: non faresti nulla con Polemone che ora è sdegnato: la gelosia farà tutto.
Vegliantina. Entriamo, se così vuoi.
Polemone. Ed io vi annunzio che oggi è l’ultimo fiaschetto che berete, o non son io che ne ho uccisi tanti. Olà, i Traci, o Parmenone.
Parmenone. Eccoli pronti, han serrato il chiassuolo con la falange: di fronte è la fanteria grave, ai fianchi i frombolieri e gli arcieri, gli altri al retroguardo.
Filostrato. O Scannapane, ci hai presi per bimbi che ci spaurisci con le baie? Tu non hai ucciso mai un galletto, e sei stato alla guerra, tu? Stavi a guardia di qualche castelluccio, perchè forse avevi doppia paga, chè questo te lo voglio concedere.
Polemone. Saprai tosto chi son io, che ci vedrai avanzare con un giro a destra sfolgoranti nelle armi.
Filostrato. Avanzatevi: chè io e questo mio compagno Tibio, vi scaglierem tanti sassi e cocci da sperdervi, e non farvi trovare neppur la via di fuggire.
10.
Rondinella e Rugiadosa.
Rondinella. Non viene più da te, o Rugiadosa, il giovanetto Clinia? Da molto tempo io non ce l’ho veduto.
Rugiadosa. Non viene più, o Rondinella: il maestro gli ha proibito di più accostarsi a me.
Bandinella. Chi? il maestro di scuola Diotimo? oh, egli è cosa mia.