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dialoghi delle cortigiane. | 185 |
avvampa di sdegno, spia quando s’apre la porta, entra, piange, mi batte, minaccia d’uccidermi, mi lacera le vesti, va in furori; infine mi dà un talento, e mi si tiene egli solo per otto mesi interi. La moglie andava dicendo a tutti che io con una fattura lo aveva fatto impazzire. La fattura era la gelosia. Onde, o Biondina mia, usa anche tu questa fattura con Gorgia. Il giovane sarà ricco, se accaderà qualche cosa a suo padre.
9.
Cavretta, Vegliantina,1 Filostrato e Polemone.
Cavretta. Uh, meschine noi, o padrona, siamo perdute! Polemone è tornato dalla guerra, e ricco, come dicono. L’ho veduto anch’io con indosso un mantello di porpora con fibbiaglio d’oro, e tanti che l’accompagnavano. Gli amici, come lo vedevano, correvano a salutarlo. Io adocchiando nella folla il familiare che dietro lo seguiva, e che partì con lui, gli ho dimandato, e: Dimmi, o Parmenone, gli ho detto salutandolo prima, come l’avete passata, e che ci portate di buono dalla guerra?
Vegliantina. Subito questo: hai fatto male: dovevi dirgli così: Siete tornati salvi, ne ringraziamo gli Dei, e Giove ospitale, e Minerva guerriera. La padrona dimandava sempre di voi: chi sa che fanno? dove saranno? Se avessi aggiunto ancora: Essa piangeva, e si ricordava sempre di Polemone; saria stato molto meglio.
Cavretta. Gliel’ho detto prima tutto questo, e non te lo ripeteva, perchè voleva contarti ciò che m’ha detto egli. Con Parmenone ho cominciato così: Non vi fischiavano gli orecchi, o Polemone? La padrona se ne ricordava sempre, e piangeva, specialmente se alcuno tornava dalla battaglia e si diceva che v’era morti tanti, ella si stracciava i capelli, si batteva il petto, e s’addolorava ad ogni novella.
Vegliantina. Brava, o Cavretta: bene così.
Cavretta. E dipoi gli ho fatta quella dimanda, ed ei m’ha risposto: Siam tornati signori.
- ↑ In greco Dorcade e Pannichia.