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dialoghi delle cortigiane. 181


Corinna. Anche se ha sete, o mamma?

Ciuffetta. Allora specialmente, o Corinna. Ed ella non parla mai troppo, nè frizza i commensali, e guarda in faccia solo a chi la paga: e però tutti le vogliono bene. E quando dee coricarsi con alcuno, ella non fa sporcizie nè scostumatezze; ma pensa ad una cosa sola, ad attirarlo e farselo innamorato; e così tutti la lodano. Se impari a far questo anche tu, saremo felici anche noi. Per tutt’altro poi tu più di lei.... ma no, no; non voglio dir male di nessuna, voglio che tu mi viva solamente.

Corinna. Dimmi, o Mamma, quelli che mi daranno i danari son tutti come Eucrito, con cui ho dormito ieri?

Ciuffetta. Non tutti: alcuni sono migliori, altri sono uomini fatti; ed altri ancora non sono troppo belli.

Corinna. Ed anche con questi dovrò dormire?

Ciuffetta. Sì, o figliuola mia; chè questi danno di più: i belli vogliono esser tenuti belli, e niente altro. Tu fa’ sempre più carezze a chi più dà, se vuoi che in breve tutti dicano mostrandoti a dito: «Non vedi Corinna la figliuola di Ciuffetta come è straricca, e come ha fatta felicissima la mamma sua?» Che dici? lo farai? Sì, io so che lo farai, e sarai la regina di tuttequante. Ora va a lavarti, se viene anch’oggi quel giovane Eucrito; chè lo promise.

7.

Musetta e la Madre.


La Madre. Se troviamo, o Musetta, un altro amante come Cherea, ci converrà sacrificare una bianca agnella a Pallade Protettrice, una giovenca alla Venere degli Orti, coronare la buona Fortuna, e saremo davvero beatissime e felicissime. Che gioia di giovane! quanto n’abbiamo avuto! Non ti ha dato mai un obolo, nè una veste, nè un paio di scarpette, nè un bossolino d’unguento, ma sempre parole, promesse e speranze lunghe. Se mio padre..... se divento io padrone, tutto è tuo. Tu dici ancora che ha giurato di sposarti.