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dialoghi delle cortigiane. | 175 |
sottili esca in mezzo a ballare. Che posso dirti, o mamma? Mi levai, e ballai. Che doveva fare? Tenermelo, per mostrar vero il frizzo, e lasciar Taide regina del banchetto?
La Madre. Troppa furia, o figliuola: non ci dovevi badare. Ma dimmi che fu dipoi.
Filinna. Tutti gli altri mi lodavano, e Difilo solo sdraiato così alla supina guardava la soffitta; finchè stanca cessai.
La Madre. Ed è vero che baciasti Lampria, ed andasti ad abbracciarlo? Tu taci? Questo poi non è perdonabile.
Filinna. I’ volevo rendere il dispetto a lui.
La Madre. E poi neppure corcarti con lui, e cantare mentr’egli piangeva? E non capisci, o figliuola, che noi siamo povere? e non ricordi quanto bene abbiamo ricevuto da lui, e come avremmo passato questo inverno, se Venere non ci avesse mandato questo aiuto?
Filinna. E che? debbo tenermi per ciò gl’insulti suoi?
La Madre. Sdègnati sì, ma non fargli altri insulti. Tu non sai che gli amanti insultati cessano, e rientrano in sè stessi? Tu se’ troppo acerba con lui sempre: bada, che chi troppo la tira la spezza.
4.
Melissa e Bacchide.
Melissa. Se conosci, o Bacchide, qualche vecchia di queste Tessale, che sanno affatturare e legar gl’innamorati, e fare amare anche la donna più odiata, fammi il favore di condurmela qui. Io darei volentieri tutte le robe mie e quest’oro, s’io pur vedessi un’altra volta tornato a me Carino, e odiar Simmiche, come ora odia me.
Bacchide. Oh, che mi dici, o Melissa? Dunque Carino t’ha lasciata, e va da Simmiche? egli che per amor tuo sostenne quella gran furia dai suoi genitori, perchè non volle sposare quella ricca, che gli portava, come dicevano, cinque talenti di dote? Mi ricorda che tu me lo contasti questo.
Melissa. E tutto è svanito, o Bacchide: son cinque giorni