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94 | encomio della mosca. |
Così la comica leggiadria non isdegnò, e la scena non ributtò il nome della mosca: nè i genitori hanno a vergogna di chiamare cosi le loro figliuole. Anzi con grande lode la Tragedia ricorda della mosca in quei versi:
Oh che brulla vergogna! Anche la mosca
Con forte petto salta addosso all’uomo,
Ghiotta di sangue; e voi uomini armati,
Voi sbigottir delle nemiche lance!
Avrei molte cose a dire di Mosca la Pitagorica, se la sua istoria non fosse nota a tutti. Ci sono ancora alcune mosche assai grandi, che alcuni chiamano soldatesche, ed altri canine: fanno un asprissimo ronzio, ed hanno un volo velocissimo; vivono lungamente, e durano tutto l’inverno senza cibo, standosi attaccate specialmente alle soffitte. Una cosa è maravigliosa in queste, che esse fanno insieme e da maschio e da femmina, e montano ciascuna alla sua volta, come quel figliuolo di Venere e di Mercurio, che aveva doppia natura e doppia bellezza. Molto altro avrei da dire, ma basta qui, per non fare, come dice il proverbio, d’una mosca un elefante.