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icaromenippo. | 391 |
l’Adriatico: mille medinni di grandine si spandano sulla Cappadocia. - Regolato così ogni cosa, andammo al convito, essendo già l’ora del banchettare: Mercurio mi allogò vicino a Pane, ai Coribanti, ad Ati, a Sabazio, e a cotali altri forestieri ed incerti Dei. Cerere ci fornì del pane, Bacco del vino, Ercole delle carni, Venere de’ mirtilli, e Nettuno delle menole. Gustai ancora, ma di soppiatto, l’ambrosia ed il nèttare; chè il buon Ganimede, che vuol tanto bene agli uomini, quando vedeva Giove voltar gli occhi altrove, versò una o due ciotole di nettare e me le porse. Gli Dei, come dice Omero, che certo vide come me ogni cosa lassù, non mangian pane nè bevon nereggiante vino, ma si cibano di ambrosia, e s’inebbriano di nèttare, e sono ghiottissimi del fumo e dell’odore delle carni arrostite ne’ sagrifizi, e del sangue delle vittime versato intorno le are dai sagrificatori. Durante il banchetto Apollo sonò la cetera, Sileno ballò un ballonchio lascivo, e le Muse ritte in piedi cantarono la Teogonia d’Esiodo, e la prima delle odi di Pindaro. Poichè venne la sazietà, ci levammo, e ciascuno era alticcio.
Dormian tutti gli Dei ed i guerrieri
Per l’alta notte, ma su me non venne
La dolcezza del sonno,
mi frullavano pel capo tanti pensieri; e specialmente come Apollo da tanto tempo non avesse ancor messo le calugini; come si fa notte in cielo, che c’è sempre il sole, anzi aveva banchettato con noi. Infine, allora aveva preso un po’ di sonno, che Giove levatosi per tempissimo, fe’ chiamar parlamento. E convenuti tutti, egli incominciò: L’ospite che venne ieri mi muove a qui radunarvi: e già io volevo tener consiglio con voi intorno ai filosofi, ma ora specialmente per le doglianze della Luna mi son risoluto di non più indugiare a finir questa faccenda. Sono costoro una razza d’uomini venuti sù da poco tempo, oziosi, accattabrighe, vanitosi, stizzosi, ghiotti, inetti, superbi, pronti ad oltraggiar chicchessia, e, per dirla con Omero, inutile peso alla terra. Divisi per vari sistemi, e per diversi laberinti di ragionamenti da loro escogitati, si chia-