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384 icaromenippo.


Amico. Tu mi di’ cose incredibili e contradittorie. Poco fa, o Menippo, tu non sbirciavi la terra tanto rappicciolita per la lontananza, che se non era il colosso, tu non l’avresti veduta; ed ora come subito divieni un Linceo, e scorgi tutte le cose che essa contiene, e gli uomini, e gli animali, e, per poco non dicesti, anche le uova di moscherini!

Menippo. Oh, a proposito, me l’hai ricordato: dovevo dirti una cosa, e l’ho tralasciata non so come. Quando adunque io mi accorsi di vedere la terra, ma di non poter discernere altro per la gran lontananza, per la quale appena vi giungeva l’occhio, io mi sentii tutto contristato e smarrito. E stando in questo affanno, e quasi spuntandomi le lagrime, ecco da dietro le spalle mi viene innanzi il filosofo Empedocle, nero come un carbonaio, e incenerato, e mezzo abbrustolato. Come io vidi costui, ti dico il vero, mi sconturbai, e lo credetti un qualche genio lunare. Ma egli: Non temere, o Menippo, disse; io non sono un iddio; perchè mi pareggi agl’immortali? Io sono il fisico Empedocle. Poichè mi gettai nei crateri dell’Etna, da un vortice di fumo fui portato qui nella luna, dove ora abito, e vo passeggiando per l’aere e mi cibo di rugiada. Vengo a cavarti di questo impaccio e di questo sgomento che hai per non vedere quel che è sulla terra. O generoso Empedocle, diss’io, tu mi fai un gran benefizio: e tosto ch’io rivolerò giù in Grecia, non dimenticherò di mandarti pel fumaiuolo del mio focolare il fumo d’una libazione, e quando è luna piena aprir tre volte la bocca verso di lei e farti una preghiera. - No, per Endimione, rispose, non ci son venuto per aver ricompensa, ma mi dolse di te, vedendoti cotanto affannato. Sai che devi fare per rischiarare ed aguzzare la vista? - No, dissi, se tu non mi togli questa caligine dagli occhi, chè me li sento come chiusi da molte cispe. - Non hai affatto bisogno di me: tu hai portato da terra ciò che te la può rischiarare. - E che è? io nol so. - Non sai che t’hai legata l’ala destra di un’aquila? - Sì: ma che ha che far l’ala con l’occhio? - L’aquila fra tutti gli uccelli ha la vista più acuta, e solo essa può riguardare nel sole: e in questo si riconosce l’aquila regale e legittima, se non batte le palpebre ai raggi del sole. - Così dicono: ed io mi pento che nel venir