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120 | di una storia vera. |
Al rompere del giorno noi vedendo il continente credemmo fosse quello che è opposto al nostro: onde ringraziati ed adorati gl’iddii, consultammo sul da fare. Alcuni proponevano di scendere per poco, e subito tornare indietro: altri lasciar la nave lì, ed entrar dentro terra, e conoscere chi v’abitava. Mentre facevam questi conti ci viene addosso una gran burrasca, che batte la nave sul lido, e la sfascia: noi appena ci salvammo a nuoto, ciascuno con le sue armi e con che altro potè afferrare.
E questi sono i casi che m’avvennero fino a che giunsi nell’altra terra navigando per mare, e nelle isole, e nell’aria, e dipoi nella balena, ed uscito di là nel paese degli eroi, e dei sogni, ed infine tra i Bucefali e le Gambedasine: i casi poi che m’avvennero nell’altra terra li racconterò nei libri seguenti.1
- ↑ Eccovi qui una nota degl’interpetri che vi dicono: o questi libri sono perduti, o Luciano non li scrisse. Dovete ricordare che Luciano v’ha detto che egli non iscrive verità, e così vedrete che questi libri sono un’altra bugia, con la quale è riuscito a canzonare anche i suoi interpetri, che l’han creduta da senno!