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94 di una storia vera.

vano gl’ippogrifi con Endimione circondato dai suoi più prodi, e tra questi anche noi; nel sinistro gli erbalati; nel mezzo gli aiuti, ciascuno nella schiera sua. I fanti poi che erano un sessanta milioni furono collocati a questo modo. Colà sono molti e grandi ragnateli, ciascuno dei quali è maggiore di un’isola delle Cicladi: ora questi ebbero comando di stendere le loro tele nell’aere che è tra la Luna ed Espero: eseguita subito l’opera, e fatto il campo, quivi furono schierate le fanterie: delle quali era capitano Notturno figliuolo di re Sereno con due luogotenenti. Dei nemici poi nell’ala sinistra stavano i Cavaiformiche, tra i quali Fetonte: sono questi bestie grandissime, alate, simili alle nostre formiche, tranne per la grandezza, che giungono ad esser grandi anche due jugeri: combattevano non solo quelli che li cavalcavano, ma essi ancora, e specialmente con le corna: e si diceva che erano intorno a cinquantamila. Nella destra erano disposti gli Aerotafani, anche un cinquantamila, tutti arcieri, che cavalcavano tafani stragrandi: dopo questi stavano gli Aeroriddanti, fanti spediti e battaglieri, che con le frombole scagliavano ravanelli grossissimi, e chi colpivano era subito spacciato, moriva pel puzzo che uscia della ferita: e si diceva che quei terribili proiettili erano unti di veleno di malva. Seguiva la schiera dei Torsifunghi, di grave armatura, che combattevano piantati, ed erano diecimila, si chiamano Torsifunghi perchè per scudi avevano funghi, e per lancia torsi di asparagi. Vicino a costoro stavano i Canipinchi, mandati dagli abitatori di Sirio: erano cinquemila, con teste di cane, e combattenti sovra pinchi alati. Correva voce che mancavano alcuni aiuti; i frombolatori dovevan venire dalla via lattea, ed i Nubicentauri. Ma costoro, quando già la battaglia era vinta per noi, giunsero, e non fossero mai giunti! i frombolieri non comparirono affatto, onde dicono che dipoi Fetonte sdegnato mise a ferro e fuoco il loro paese. E con questo apparato s’avanzava Fetonte.

Poichè si levarono i vessilli, e ragliarono gli asini, che lassù fanno da trombetti, appiccata la battaglia, si combatteva. L’ala sinistra dei Solani subito fuggì non aspettando di venire alle mani coi nostri bravi ippogrifi; e noi ad inseguire, e far carne: ma la loro destra superò la nostra sinistra, e gli aerotafani ci cacciarono fino alle nostre fanterie: ma queste tennero testa,