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intorno la vita e le opere di luciano. 89

no. Nondimeno il Weise crede che gli ultimi capitoli, propriamente cominciando da quello in cui si narra il caso di Tesmopoli, non sono bene composti come i precedenti, e forse sono stati aggiunti più tardi da altri. Secondo il concetto che io mi ho formato dell’ingegno e della natura di Luciano, a me pare che quei capitoli sieno composti benissimo; anzi in essi, che sono più pittoreschi e piacevoli degli altri, io riconosco la sua natura lieta e satirica, la sua arte che dipinge sempre, la sua maniera nel raccontare spesso aneddoti, il suo costume di mordere come può i filosofi del suo lampo. E se sono aggiunti, come e dove finiva lo scritto? era esso monco? fu lasciato così imperfetto da Luciano, o questa ultima parte andò perduta, e poi fu rifatta? Formatemi l’uomo, formatemi Luciano su le sue opere; non considerate queste opere riguardando ad un uomo che voi vi avete figurato nella mente, e che non è Luciano. La buona critica sa trovare i principii nelle opere stesse, non li cerca fuori di quelle.

L. Così ancora se tu credi che l’operetta Come si deve scrivere la storia, sia puramente didascalica, simile ad altre di questo genere, e vuoi trovare in essa la ragione ed il modo delle opere didascaliche, tu non la giudicherai bene. Lascia ogni preconcetto, lascia anche il titolo, che forse Luciano non ce ne messe affatto, e leggi senz’altro quello che sta scritto. Gli Abderiti una volta andarono pazzi per recitare tragedie, e ai tempi nostri si va pazzi per scrivere storie, e tutti sono Tucididi, Erodoti, e Senofonti. È venuta anche a me una pazzia, non di scrivere storie, ma di dare qualche consiglio a chi le scrive. Sebbene egli è come fare un buco nell’acqua, perchè costoro credono di esserci nati, e di non aver bisogno di consiglio; pure potrò forse essere utile a qualcuno. Ogni consiglio fa due cose: ti dice