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66 intorno la vita e le opere di luciano.

nella Vendita, che è un assai bel dialogo. Nella commedia di Aristofane tu vedi tutto il popolo Ateniese che si move e si agita, coi suoi costumi, le sue leggi, i magistrati, gli oratori, le liti, gli usurai, i giovani scapestrati, la libertà popolare, l’allegria, i giuochi, il culto, gli Dei tutti di Atene; ed in mezzo a questo mondo vitale ed operante, Socrate sospeso in un corbello passeggia l’aere, e contempla e adora le Nuvole, sue divinità: bizzarra e leggiadra immagine di un sapere vano in mezzo ad una realtà sì piena. Le Nuvole non sono la filosofia in generale, ma la filosofia d’un filosofo, il quale insegna artifiziosi e sottili parlari per abbindolare la gente, vincere ogni specie di liti, ingannare la giustizia, negare gl’iddii e ad essi sostituire nomi vani. Io non so se Socrate fu quale Aristofane lo dipinge innanzi a tutto un popolo che udiva e vedeva il filosofo, quale lo dipingono i suoi discepoli: forse l’uno trasmodò per ira, come gli altri per amore. Il poeta, come il popolo, vede che gl’insidiosi parlari, le trappolerie, le sottigliezze che si fanno giuoco della giustizia e degli Dei, sono diventate un’arte, sia quest’arte dei sofi o dei sofisti non importa, essa c’è, ed è un male, e il popolo lo chiama filosofia, e lo attribuisce a Socrate che è più famoso e parla con certa malizia. Questo male Aristofane vuol rappresentare nella vita del popolo; quindi ti fa vedere come quelle vane disquisizioni sorprendono il retto senso degli uomini semplici, confondono il vero ed il falso, il giusto e l’ingiusto, offendono la morale pubblica, pervertiscono il costume, offendono gli Dei e gli uomini; e ti presenta un giovane che avendo appresa la costoro scienza, trae a filo di ragionamento la conseguenza che egli può battere suo padre, e lo batte, e dimostra che fa bene. Così lo scopo della commedia è altamente morale, ed il concetto della filosofia