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intorno la vita e le opere di luciano. 65

conosciula la scienza intimamente e l’aveva abbandonata; quindi il concetto antifilosofico di Luciano non è interamente volgare, ma trova un riscontro nella scienza, e si accorda pienamente con la condizione dei tempi. Esso è rappresentato in due modi: gei modo volgare, che è poetico, e che adopera le arme del volgo, la satira delle parole frantese, come si vede nella Vendita; e nel modo scientifico, che è quello degli scettici, e adopera l’arme della scuola, il sillogismo ed il dialogo, come si vede nell’Ermotimo. Non dobbiamo credere che Luciano fosse così nemico della scienza o digiuno di essa, che egli non sapesse ravvisarla in nessun uomo del suo tempo. Nigrino e Demonatte sono due belle e nobili figure di sapienti, dei quali il primo è caro ai giovani perchè vivente esempio di virtù intelligente in mezzo ad un secolo corrottissimo: l’altro è un amabile savio, che vive in mezzo al popolo, fa della scienza una pratica, ed è simile a Menippo ed agli antichi e modesti savi. Luciano beffa la filosofia, non come il volgo che beffa ciò che non intende, ma perchè egli la conosce bene secondo il suo tempo, ed egli è il Menippo che è stato filosofo, e poi vecchio si ride della filosofia e dei filosofi. Ora questo avere conosciuto bene è cagione della forza e novità della satira, e dell’amarezza con cui si versa contro i filosofanti: avendo conosciuto bene le dottrine, vedeva meglio quanto esse discordavano dalle azioni. Insomma il suo concetto è filosofico e volgare insieme, come la sua forma è mista del dialogo filosofico e della commedia: la quale unione è cagione della bellezza del concetto e della forma.

Aristofane diede anch’egli labaia ai filosofi; e nelle Nuvole ci rappresenta Socrate: è bene fermarci un poco a considerare questa rappresentazione volgare della filosofia, e paragonarla a quella anche volgare fatta da Luciano