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370 | una vendita di vite all’incanto. |
Compratore. È troppo.
Mercurio. No, o caro: egli ha anche dei quattrini, come pare: onde non te lo fare sfuggire, comperalo. Egli poi t’insegnerà di grandi cose, quanto vive un moscherino, fino a qual profondità giungono nel mare i raggi del sole, e di che natura è l’anima delle conchiglie.
Compratore. Cappita! che scienza sottile!
Mercurio. Eh! e che dirai udendolo ragionare di cose più sottili, della generazione, del feto, e della formazione dell’embrione nell’utero? e dire che l’uomo solo ride, e l’asino non ride, non fabbrica, non naviga?
Compratore. Questo è sapere mirabile ed utile! Lo compererò per venti mine.
Mercurio. Sia. Chi altro ci resta? Oh, lo scettico. Vien qui, o Pirria,1 ti vogliam vendere tosto. Già se ne son iti molti; pochi compratori rimangono. Nondimeno chi compra costui?
Compratore. Io. Ma prima dimmi tu quel che sai.
Il Filosofo. Niente.
Compratore. Come niente?
Il Filosofo. Perchè mi pare che niente esiste.
Compratore. E noi, non esistiam noi?
Il Filosofo. Neppure lo so.
Compratore. Neppure se tu esisti?
Il Filosofo. Molto meno conosco questo.
Compratore. O che incertezza! E che fai con coteste bilance?
Il Filosofo. Peso in esse le ragioni, e le ragguaglio: e poichè le vedo perfettamente simili e di egual peso, allora sì, allora non so qual è la più vera.
Compratore. E d’altro che sai far bene?
Il Filosofo. Tutto, tranne che seguitare un fuggitivo.2
Compratore. E perchè non puoi far questo?
Il Filosofo. Perchè nol potrei raggiungere.
Compratore. È vero: chè sembri un omaccio tardo e balordo. Ma quale è il fine della tua dottrina?