Pagina:Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini - Tomo 1.djvu/272

264 dialoghi degli dei.

tro or innanzi, or su, or giù, dove essi volevano: ed egli non aveva modo di contenerli.

Il Sole. Sapevo tutto questo, e però stavo alla dura, e non gli volevo cedere il cocchio, ma le lagrime sue e di sua madre Climene mi vi sforzarono: e mentre io lo poneva sul cocchio lo ammonii come doveva condurlo, di quanto allentare le redini per montare in su, e poi nello scendere in giù come tenerle salde e non secondare la foga de’ cavalli: e gli dissi che pericolo v’era a non carreggiar diritto. Ma egli, fanciullo che era, vedendosi sovra un seggio fiammeggiante, e da quell’altezza guardando in giù, s’atterrì, come era naturale: e i cavalli, che non sentivano la mano mia, sprezzando un fanciullo, usciron di via e fecero questa rovina. Lasciò le redini, credo per paura, e per non cadere, si teneva afferrato all’orlo del seggio. Ma ei già n’ebbe la pena, ed a me, o Giove, basta il dolore.

Giove. Basta dici, dopo che hai avuto tanto ardire? Per ora ti perdono; ma per l’avvenire, se ne fai un’altra, se ci manderai un altro cocchiere come questo invece tua, sentirai tosto quanto il fuoco del fulmine è più possente del tuo. Le sue sorelle lo seppelliscano su l’Eridano, dove egli è caduto dal carro, e versando lagrime di ambra sovra di lui, sieno mutate in pioppi. Tu raccónciati il cocchio (che vi si è rotto il timone ed una delle ruote), e séguita a carreggiare, raffrenando bene i cavalli. Ma ricòrdati di tutto questo, e sta in cervello.


26.

Apollo e Mercurio.


Apollo. Sai dirmi, o Mercurio, chi di questi due è Castore, e chi è Polluce? Io non posso discernerli.

Mercurio. Quegli che fu ieri con noi era Castore, questi è Polluce.

Mercurio. E come li distingui, se ei sono simili?