18 |
intorno la vita e le opere di luciano. |
|
nome, d’indole e di costumi italiani: Pallade e Nettuno, le arti ed il commercio marittimo, furono gli dei che si disputarono la signoria d’Atene e dell’Eliade. Afrodite venne dalle isole dell’Egeo e dai lidi dell’Asia, dove la bellezza del cielo, la grassezza della terra, e la caldezza del clima facevano sentire più potenti gli stimoli del senso. Gli Elleni accolsero volentieri la bella marina, ma le diedero per ancelle le Grazie, figliuole dell’ingegno; i Romani che volevano per loro ogni cosa, la vollero genitrice della loro schiatta. La religione del politeismo avendo indiate tutte le passioni e le virtù ed i vizi, e le follie umane, le quali tutte sono la gran realtà della vita, non aveva quella morale pura che è conseguenza della ragione divenuta legge eterna ed iddio. Però quasi tutti i popoli politeisti sono rilassati nel costume, e facilmente nel godimento del piacere trapassano i limiti da natura assegnati, e quasi tutti sono lerci del medesimo peccato. I Greci ne furono tinti non più degli altri, come è fama, ma più degli altri ne parlarono, perchè avendo ingegno e parole da indorare ogni cosa, indorarono anche questo vizio. Il quale, nasce da desiderio di nuovi piaceri, ed è abuso di liberta che sforza anche natura; e presso gli antichi era molto comune per i servi, i quali erano cose, e dei quali era lecito abusare in ogni modo; pel costume degli esercizi ginnastici, in cui i giovani mostravano i corpi nudi; e sopra tutto per la religione. Quando Giove rapitore di tante donne mortali, rapì anche il bel Ganimede, e se lo teneva in cielo; quando Apollo amatore di tanti garzoni, e spiacente a molte donne, andò sì perduto di Jacinto; non deve far maraviglia a leggere le nefandezze di Caligola e di Nerone, e la pazzia di Adriano che rizzò templi al suo Antinoo, e lo fece adorar come Dio. I filosofi stessi sa-