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226 | prometeo. |
piccola, non gliene avessi data affatto, doveva egli per questo rimescolare cielo e terra, pensare a catene, a croci, al Caucaso, mandare giù aquile a straziarmi il fegato? Queste furie dimostrano un animo gretto ed ignobile, di poca conoscenza, e facile a sdegnarsi per nulla. E che avrebbe fatto egli se avesse perduto un bue, quando per un ciccioletto di carne si corruccia tanto? Con quanta maggior temperanza si conducono gli uomini in questi casi: eppure dovrebbero essere corrivi allo sdegno più degli Dei! Nessuno di essi farebbe crocifiggere il cuoco, che lessando le carni, avesse intinto il dito nel brodo, e leccatoselo, o spiccato un pezzo dell’arrosto, l’avesse ingoiato. L’è colpa che s’assolve cotesta: o pure uno stizzoso ti daria un cazzotto, una ceffata: ma nessuno mai tra gli uomini saria messo in croce per sì lieve cagione. E questo è il mio delitto delle carni: io ho vergogna a scolparmene, ma è maggior vergogna a Giove l’accusarmene.
Vengo ora a parlare della formazione degli uomini. Questa accusa, o Mercurio, ha due parti; ed io non so di che più m’incolpate, o che gli uomini non dovevano esistere affatto, ed era meglio che rimanevano terra inerte ed informe; o pure che dovevano esser fatti, ma di forma e d’aspetto diversi da quel che sono. Io parlerò dell’una cosa e dell’altra: e primamente mi sforzerò dimostrare, che gli Dei non hanno avuto alcun male che gli uomini son venuti alla vita; e dipoi che ne hanno avuto bene, ed utile molto maggiore che se la terra fosse rimasta deserta e senza uomini. In principio (e mi fo dal principio per chiarire più facilmente ch’io non feci novità nocevole e pericolosa quando formai gli uomini) v’era la sola specie divina e abitatrice del cielo; la terra era una cosa selvaggia ed informe, tutta ispida di foreste dove non penetrava il giorno, e non aveva altari nè templi degli Dei: chè dov’erano allora le statue, i simulacri, e gli altri monumenti che or si veggono per ogni parte, e con tanto onore venerati? Io, che sempre ripenso al bene comune, e considero come accrescere la gloria degli Dei, dando novelle bellezze al mondo, io pensai che saria cosa buona prendere un po’ di creta, e comporne alcuni animali dando loro una forma simile alla nostra; perchè io credetti che saria mancata sempre qualche cosa alla