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l’alcione. 221

nio, e ieri fu uno simile. Ma deh, per gli Dei, o Socrate, come mai si può credere agli antichi, che una volta gli uccelli diventavano donne, e le donne uccelli? Cotesta è una cosa che pare del tutto impossibile.

Socrate. O mio Cherefonte, delle cose possibili e delle impossibili noi siamo giudici di assai corta veduta. Noi giudichiamo secondo la potenza umana, la quale è ignorante, infedele, cieca, però molte cose facili ci paiono difficili, molte riuscibili ci paiono non riuscibili, sia per inesperienza, sia per fanciullezza di mente: perchè fanciullo a me pare ogni uomo, per vecchio che ei sia, essendo assai breve il tempo della vita verso l’eternità. E come, o caro mio, non conoscendo la potenza degli Dei e dei Geni, potremmo noi dire quale cosa di queste è possibile, e quale impossibile? Vedesti, o Cherefonte, che tempesta fu l’altr’ieri? Fa terrore pure a ricordare quei lampi, quei tuoni, quella gran furia di vento: pareva dovesse subissare il mondo. Indi a poco si messe un sereno mirabile, che dura anche oggi. Ora quale cosa credi tu sia maggiore e più difficile, tramutare in tanta serenità quel terribil turbine e quella gran procella, e ricondurre la tranquillità su tutta la terra, o trasformare l’aspetto d’una donna in un uccello? Anche i nostri fanciulli, che imparano a plasticare, quando pigliano in mano cera o creta, formano e trasformano facilmente la stessa massa in varie figure secondo i loro capricci. Ad un Dio che ha forze grandi e non punto comparabili alle nostre, tutte queste cose sono facili ed agevoli. Ma orsù, sapresti dirmi di quanto credi che tutto il cielo sia maggiore di te?

Cherefonte. E chi tra gli uomini, o Socrate, potria conoscere questo, e risponderti? Non è cosa neppur da parlarne.

Socrate. Ebbene, guardiamo un po’ tra uomo ed uomo alcune grandi disorbitanze di potenza e d’impotenza. L’età virile in paragone de’ bambini di cinque o dieci giorni, presenta una maravigliosa differenza di potenza e d’impotenza in quasi tutte le azioni della vita, per tutto ciò che si fa con le mani industriose, e ciò che si opera col corpo e con l’anima. Quelle tenere creaturine non potrebbero giungere neppure a pensarlo. E la forza d’un solo uomo fatto è smisuratamente grande a petto alla loro: uno solo varrebbe più di migliaia e migliaia di