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come so dovesse trovarvi dentro la virtù, lo netta col dito pulitissimamente, per non lasciarvi briciolina di salsa. Per questa gola sfondata ogni porzione è piccola, dice sempre che è poco ancorchè si afferri egli solo tutta la focaccia ed il porchette; e quando è briaco fradicio, non si contenta di cantare e di ballare, ma dice villanie ed insulti a tutti; con una tazza in mano non finisce di parlare di temperanza e di modestia; finchè gli monta il vino, gli si rappallottolano le parole in bocca ridevolmente, e fa l’epilogo con un vomito: e quando i servi lo levan di peso per portarlo altrove, ei va brancicando qualche senatrice di flauto. Quando è digiuno, non c’è un bugiardo, un orgoglioso, un avaro che gli entri innanzi: è adulatore astutissimo, spergiuratore prontissimo, il più sfrontato impostore, il più compiuto ribaldo, che sa tutte le arti e le trappole della marioleria. Or te lo farò io strillare questo dabbene uomo. Oh, da quanto tempo non ti rivedo, o Trasiclete!

Trasiclete. Io non vengo da te, o Timone, come questi altri che ammirano la tua ricchezza, e ti si accalcano intorno sperando da te argento, oro, e banchetti sontuosi, adulando sconvenevolmente un uomo come te, semplice e liberale. Tu sai che con una focaccia io fo banchetto: che squisita vivanda per me è il timo o il nasturzo, e fo lusso quando l’intingo in un po’ di sale: che la bevanda mia è delle nove cannelle;1 questo mantello piacemi più di qualunque porpora. Per amor tuo ci son venuto, per non farti corrompere dalle ricchezze, pessime e pericolosissime compagne, che sovente hanno cagionato a molti infinite sventure. Se vuoi credere a me, gettale tutte in mare, che non sono punto necessarie a te uomo dabbene, e che puoi contemplare le vere ricchezze della filosofia. Ma non gettarle nel profondo, entra nell’acqua sino alla forcata, presso il lido, che ti vegga io solo. Se non ti piace questo consiglio, puoi sbrigartene anche meglio, distribuendole ai bisognosi fino all’ultimo obolo, a chi cinque dramme, a chi una mina, a chi mezzo talento: e se darai ad un filosofo, è giusto dargli

  1. Nove cannelle. Era in Atene una fontana detta ἐννεάκρουνος, delle nove cannelle.