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intorno la vita e le opere di luciano. 173

volume contenente alcune opere di Luciano tradotte in francese dal Belin de Ballu. Lo lessi, mi piacque, mi ricordai degli studi della mia giovinezza; e mi parve che il riso e l’ironia di Luciano si confacesse allo stato dell’anima mia. Per non perdere interamente l’intelligenza, che ogni giorno mi va mancando, per non perire interamente nella memoria degli uomini, mi afferrai a Luciano, e mi proposi di tradurne le opere nella nostra favella. Ebbi il nudo testo emendato dal Weise, e cominciai a lottare disperatamente con mille ostacoli, senz’altro aiuto che un piccol lessico manuale: ma pervenuto più oltre della metà del lavoro, ebbi l’edizione Bipontina. Per cinque anni vi ho lavorato continuamente fra tutte le noie, i dolori, e gli orrori che sono nel più terribil carcere, in mezzo agli assassini ed ai parricidi: e Luciano, come un amico affettuoso, mi ha salvato dalla morte totale della intelligenza. Il mio Silvio, che ha veduto questo lavoro nascere e venir su con tante fatiche, mi ha aiutato de’ suoi consigli, e ragionando meco, mi ha suggerito col suo solito acume parecchie osservazioni che io ho espresse in questo discorso. La sua amicizia mi è conforto unico nella comune sventura, io l’amo con amore di fratello, ed ammiro in lui un alto cuore ed un alto intelletto. E se queste carte un giorno potranno uscire del carcere ed essere pubbliche, io voglio che dicano al mondo quanto io amo e quanto io pregio questo mio amico.

Eppure altri pensieri ed altri dolori crudeli laceravano l’anima mia, ed io, non che attendere a questi studi, non avrei potuto durare la vita, se Antonio Panizzi, Direttore del Museo Britannico, non avesse con amore di padre preso cura del mio povero figliuolo, e fatti a me grandi e singolari benefizi. Qualunque sia questa mia fatica, per suo benefizio io potei farla, e