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8 | intorno la vita e le opere di luciano. |
pensiero dell’umanità, rinnovavasi il principio e l’anima del mondo: però sapere, arti, costumi, memorie, tutto doveva confondersi e mescolarsi, e in mezzo a questa confusione e rimescolio, e nelle tenebre d’una ignoranza feroce, sorgeva quest’idea ad irraggiare la civiltà nuova, e ringiovanire il genere umano.
VI. Nel secondo secolo appunto la distruzione del vecchio mondo era fatta in gran parte, e cominciava l’edificazione del nuovo. Si può dire che gli uomini in quel secolo indirizzavano il loro intelletto per tre vie che, sebbene diverse, riuscivano allo stesso termine: o per abitudine ed ignoranza conservavano l’antico: o per coltura e ragione lo dispregiavano, e dispregiando lo distruggevano senza sapere che sostituirvi; o si affaticavano a edificare il nuovo. Ma quelli stessi che conservavano l’antico, cooperavano, senza saperlo, all’universale rinnovamento, perchè serbavano l’elemento che doveva rimanere, ed essere trasformato ed assorbito nel nuovo, e che riluttò finchè non fu trasformato interamente. Così tutte queste vie erano necessarie al futuro ordine di cose. Ogni uomo senza che egli se ne accorga, e serbando la sua libertà, fa l’opera cui il suo secolo è indirizzato: se questa è d’incremento, egli edifica; se di scadimento, egli disfà: ogni sforzo contrario può essere magnanimo, ma riesce sempre inutile. La ragione umana rischiarata dalle utili cognizioni diffuse dai Greci, e fatta adulta pel tempo e per l’intrinseca sua forza, non poteva più contentarsi delle istituzioni politiche, civili e religiose nate quand’ella era ancora bambina, e doveva cercare nuove forme ed istituzioni in cui adagiarsi. Però la civiltà antica si distruggeva, e nasceva un’altra nella quale vive solamente ciò che era ragionevole nell’antica, perchè la ragione sola vive eterna nel mondo.