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138 intorno la vita e le opere di luciano.

pagano dice dei cristiani! li chiama sciagurati ed ignoranti, ma buoni e, soccorrevoli tra loro. Un pagano che non credeva nella divinità di Cristo, pur l’onora, perchè lo chiama quel grand’uomo che fu crocifisso in Palestina, e sofista crocifisso; e dice non per ironia che la sapienza de’ cristiani è mirabile, ma davvero, perchè ella era nata da un grand’uomo, e praticata da gente di bontà e credulità mirabile. Ora dire che Luciano in quest’opera derida Cristo e i cristiani è la più grande e sciocca bugia che sia stata detta, e che si riconosce subito da chiunque si fa a leggere questo scritto. Luciano, come pagano, e come quel satirico scrittore che egli è, tratta benignamente i cristiani; non come Tacito, che li chiamò nemici del genere umano: egli biasima solamente Peregrino, pessimo uomo, cattivo cristiano. E questa moderazione che egli usa parlando dei cristiani, ci dimostra chiaro che egli non si lasciava traportare da passione, e diceva il vero quando vituperava quel tristo che dai cristiani istessi fu infine conosciuto e scacciato dalla loro comunione, quel Proteo che anche dopo la morte doveva pigliar nuove forme, e dalla superstizione essere ascritto tra i martiri. Oh come la superstizione stravolge gli uomini ed i giudizi! Un onesto pagano che parla moderatamente e con certo rispetto del cristianesimo, e lo dice mirabile sebbene nol conosca, è un empio; ed un parricida che si mette la maschera di cristiano, è un santo. Infine non avendosi che altro dire, si ricorre a supposizioni, e si afferma che in questa opera sono stati soppressi molti dispregi che vi eran detti dei cristiani, e si addita anche una lacuna nel cap. 11, prima delle parole Infatti essi adorano ancora quel grand’uomo: dove ognuno che ha senno e sa un tantino di greco, vede che lacuna non v’è, nè vi può essere. Tutto lo scandalo è nato perchè Cristo