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intorno la vita e le opere di luciano. 133

A proposito di questo Eunuco, trovo infine della prefazione latina che il Reitz ha premessa al suo Luciano, queste parole: Matrimonium iniit media celate (Lucianus); filiique meminit Eunuchus, c. 13, f. E più giù queste altre: Periisse podagra non affirmare ausim cum Bourdelotio, licet id non absimile vero sit, si ipse auctor est Tragodopodagræ. Il Reitz adunque crede che Luciano ebbe moglie ed un figliuolo, perchè d’un figliuolo si parla nell’Eunuco; e non afferma col Bourdelot, ma crede possibile che ei sia morto di podagra, se egli è l’autore della Tranodopodagra. Questi bravi eruditi talvolta ne dicono delle grosse.

LXXV. E così pendo ancora per il Convito. Questo dialogo descrive un banchetto in casa di un ricco, dove convengono filosofi di ogni setta, e un retore, e un grammatico, e un medico, ed altri savi. Le cose che fanno e che dicono costoro sono le più nuove del mondo, infine scoppia tra loro una rissa, vengono alle mani ed al sangue, e nasce un parapiglia che ti sforza a ridere, lo sarei tentato a credere che è una satira dei Dipnosofisti di Ateneo, il quale tratta sul serio questo argomento d’un convito, dove si raccolgono savi di ogni specie e ragionano di molte e belle cose: ricordanza dei lieti tempi nei quali i Tolomei pascevano greggi di letterati, che talvolta si ragunavano anche alla mensa reale. Luciano che non pregiava molto la sapienza cortigiana, avrebbe detto ad Ateneo: Sì, raccoglili a mensa, e vedrai che staranno insieme come un sacco di gatti, non saranno dipnosofìsti, ma dipnolapiti. Infatti i convivanti lapiti di Luciano recitano versi e dicerie, come i sofisti di Ateneo; ed alcuni hanno gli stessi nomi e la stessa appellazione, come il divino Iono. Ad ogni modo se questo dialogo non è la satira dei dipnosofisti, se non fu scritto a posta per