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104 intorno la vita e le opere di luciano.

soltanto nella forma: e i due contendenti diventano amici. Le narrazioni greche sono schiette e brevi, le scitiche più variate e strane, secondo i costumi: tutte affettuose e nobili, espresse con buon garbo e in buona lingua. Se questo dialogo sia di Luciano io non saprei nè affermare nè negare. Se non fosse tra le sue opere, a nessun segno saprei riconoscerlo per suo: v’è, e per nessun segno posso dire che non gli appartiene. Concetto speciale di Luciano non v’è, eppure non importa, perchè Luciano poteva avere altri concetti; non v’è quell’aura di stile lucianesco che si sente da chi legge nel greco e non si sa spiegare: eppure si può piuttosto dubitare che affermare qualche cosa.

LXIIL Ma quell’aura ti viene fragrante e piacevole quando leggi l’Anacarsi, e ti pare di essere nei bei tempi della Grecia. Solone il legislatore ateniese spiega allo scita Anacarsi l’utilità degli esercizi ginnastici, che sono parte della pubblica educazione, della quale ragiona largamente con senno antico. Discorre come i Greci educano i giovani a fine che riescano cittadini buoni di animo e forti di corpo: e quali discipline s’insegnano nelle scuole, quali esercizi nei ginnasii per conseguir questo fine. Argomento grave e di civile importanza in in un secolo in cui i Greci, dimentichi delle loro antiche e savie istituzioni, non pregiavano più gli esercizi ginnastici, ma si piacevano delle corse delle carrette. Luciano cerca di ricondurli al loro costume antico; e forse anche vuole mostrare ai barbari, che spregiavano quegli esercizi come giuochi di fanciulli, che con queste arti i Greci seppero difendere la loro libertà, acquistar gloria e potenza. In ultimo, egli fa dire da Solone allo Scita: Se a te non finisce di piacere quanto io ti ho detto del modo onde noi Greci educhiamo i giovani, dimmi come li educate voi altri Sciti, in quali esercizi li esercitate